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73 anni fa: il grande Torino e la tragedia di Superga

Il 4 maggio del 1949 a causa di un incidente aereo abbiamo perso una delle squadre più forti della storia del calcio italiano, che vinse 5 scudetti consecutivi e i cui giocatori costituivano la colonna portante della Nazionale italiana.


(Fonte: https://superscudetto.it/wp-content/uploads/2021/10/Nicol%C3%B2-Zaniolo.jpg)

La storia del Grande Torino comincia nel 1939 con la presidenza dell'imprenditore piemontese Ferruccio Novo, il quale riorganizzò la società sul modello inglese, circondandosi di collaboratori selezionati tra gli ex giocatori.


La consacrazione della squadra arrivò nella stagione 1942-1943 quando dal mercato estivo arrivarono nuovi giocatori di alto livello, tra cui il futuro capitano e simbolo del Grande Torino, Valentino Mazzola.

Il campionato della stagione 1943 fu un lungo testa a testa tra Torino e Livorno, risolto solo all’ultima giornata, grazie al gol decisivo di Valentino Mazzola contro il Bari. Il Torino vinse lo scudetto a 15 anni dall’ultimo titolo. In questa stagione si aggiudicò anche la coppa Italia con un record senza precedenti: 5 vittorie su 5 partite.

La squadra vinse lo scudetto “di guerra” nel ‘44 e si aggiudicò i successivi due campionati ('45-'46 e '47-'48).


La stagione '48-'49 seguì l’andamento delle precedenti con il Torino saldamente in testa al campionato. Il 3 maggio la squadra fu invitata in Portogallo, a Lisbona, per disputare un’amichevolein onore del ritiro dal calcio del capitano lusitano, Ferreira. Il giorno successivo, durante il volo di ritorno, l’aereo, il trimotore Fiat G.212, con marche I-ELCE, delle Avio Linee Italiane che trasportava la squadra, lo staff tecnico e alcuni giornalisti precipitò sulla collina piemontese di Superga. Erano da poco passate le 17:00. Nessuno dei 31 passeggeri sopravvisse allo schianto. Della squadra del Grande Torino si salvarono solo tre giocatori che per diverse ragioni non presero parte alla trasferta in Portogallo: il secondo portiere Renato Gandolfi che cedette il posto a Dino Ballarin, il terzo portiere, Sauro Tomà infortunato al ginocchio e Luigi Giuliano, il capitano della primavera. Si salvarono anche il presidente Ferruccio Novo, alle prese con una influenza, ed il telecronista Nicolò Carosio che rimase a casa per la cresima del figlio.


Per i funerali, il 6 maggio 1949, le bare furono allineate davanti al Palazzo Madama di Torino e mezzo milione di persone partecipò alle esequie. Indro Montanelli scrisse: "Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto in trasferta".


Il Torino fu proclamato campione d'Italia su delibera federale, quando mancavano ancora quattro giornate alla fine del campionato, in quanto si trovava in testa alla classifica fino a quel momento, anche se ancora non aveva raggiunto la certezza matematica del titolo.


Le ultime quattro partite furono disputate dalla squadra giovanile e le avversarie in segno di rispetto fecero lo stesso. Il Torino vinse così il suo quinto scudetto consecutivo.


Con la tragedia di Superga scomparve anche gran parte della Nazionale italiana, ben 9 dei suoi 11 titolari (Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto e Mazzola). Per il mondiale del 1950 lo shock fu tale che l'anno seguente la nazionale si recò in Brasile viaggiando in nave.


Articolo a cura di: Francesco Rodorigo


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