“100 opere tornano a casa”
Ogni giorno rimaniamo ammaliati dalla bellezza di migliaia di capolavori realizzati nel corso dei secoli da artisti che, sin dagli albori, godono di particolare fama.
Non sarebbe un peccato se alcune di queste opere venissero accantonate, tra le luci spente di un deposito, dove la gente non potrebbe ammirarne lo splendore?

Secondo la banca dati elaborata dalla Direzione Generale Musei, ad oggi circa quattromila opere d’arte sono dislocate nei depositi di 90 musei sparsi in tutta Italia.
Da ammirare la notevole dedizione manifestata dal Ministro della Cultura Dario Franceschini nei confronti della tutela, promozione e valorizzazione del patrimonio artistico e archeologico del nostro Paese, attraverso la realizzazione di un progetto del tutto innovativo intitolato “100 opere tornano a casa”.
Di cosa si tratta? Scopriamolo insieme…
Trentasei opere provenienti dai più grandi musei statali, faranno ritorno ai luoghi in cui furono concepite, al fine di promuovere un maggiore afflusso di visitatori nei siti espositivi periferici, spesso meno estesi e meno frequentati.
La scelta dei capolavori da prelevare e redistribuire è stata stabilita attraverso tre criteri, che danno la prerogativa alle opere originariamente collocate in piccole chiese, cappelle o palazzi antichi e successivamente collocate nei più noti musei d’Italia.
In secondo luogo sono state prese in considerazione opere come “Paesaggio con figure” e “Giocatori di carte”, frutto del lavoro di Salvador Rosa, appartenenti alla categoria delle “opere integrative”, che serviranno ad arricchire collezioni esposte dei musei di destinazione (in questo caso il Museo Nazionale di Matera).
Il terzo criterio prevede la dislocazione di opere giacenti nei depositi, in nuovi spazi espositivi pubblici, al fine di creare particolari accostamenti con i capolavori già presenti in essi.
Tra i capolavori individuati lasceranno la Pinacoteca di Brera alcune tele del Pomarancio (Cristoforo Roncalli), di Simone Cantarini e del Barocci, per essere collocate presso la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino.
“L’Immacolata concezione tra i santi Pietro e Paolo, Clemente VIII e un donatore” di Giovanni Baglionepartirà dal Museo Nazionale Romano per giungere al Museo archeologico nazionale di Civitavecchia.
Ancora, “Allegoria di Trieste e dell’Istria” - realizzata olio su tela da Annibale Strata e donata nel 1861 dal popolo di Trieste a Vittorio Emanuele II – intraprenderà un viaggio dai depositi dei Musei Reali alla volta del Museo storico e Parco del Castello di Miramare.
Con l’arrivo del nuovo anno verrà traslocato il “Ritratto dell’imperatore Carlo V a figura intera armato” di Vecellio dalla Galleria Palatina (Firenze) al Palazzo Besta a Teglio.
Ultima, ma non per importanza, la scultura del “Gladiatore che uccide un leone” - il cui busto è stato restituito dal Getty Museum alla fine dello scorso secolo, mentre la testa di leone è stata ritrovata circa cinque anni fa a Capo di Bove - dal Parco archeologico di Ostia Antica giungerà nella villa di Vincenzo Giustiniani a Bassano Romano.
Il progetto sarà sostenuto dalla collaborazione con Rai Doc, che si occuperà di realizzare un breve documentarioe una serie di tredici episodi, da trasmettere al pubblico.
Per quanto tempo le opere potranno essere ammirate nelle loro nuove collocazioni?
La durata del progetto sarà strettamente dipendente dalla reazione, nonché dall’accoglienza, che le comunità locali mostreranno nei confronti di questa nuova opportunità offerta dal Ministero della Cultura.
Dare nuova vita a capolavori di artisti che hanno goduto di poca fama è sicuramente un modo per proteggere quel grande patrimonio di identità locali che l’arte, in ogni sua forma, rappresenta.
Articolo a cura di: Serena Luvero